30/12/2010

Anello di Pian Gelassa

Escursione di inizio stagione, l'esposizione a Nord elimina i rischi di scarso innevamento. Relativamente facile, fattibile sia in un senso che nell'altro e lìauto è recuperabile con un tratto su asfalto di circa 2 chilometri e mezzo. La vicinanza a Torino, consente di svolgere questa gita anche con poco tempo a disposizione.

Località di partenza: bivio per Pian Gelassa 1300 m.
Arrivo: Pian Gelassa 1550 m.
Dislivello: 250 m.
Tempo complessivo: 2:30 ore
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.1 1:50.000 Valle di Susa Chisone e Germanasca
Accesso stradale grange del Trucco (parcheggio sulla destra e cartello per Pian Gelassa) dove sulla sinistra si stacca la strada per Pian Gelassa.












Da dove si lascia l'auto (grange del Trucco m.1300) si segue la strada che si inoltra nel vallone del torrente Gelassa che scende dal monte Pintas e si prosegue sui tornanti nel bosco per circa 200 metri di dislivello  fino a raggiungere le case Fontanette. Finiti i tornanti la salita si fa meno ripida sino a diventare un falsopiano. Si arriva così agli ex impianti di sci oramai in disuso (un vero scempio). Ora è possibile prendere una delle due strade che formando un anello circolare portano a raggiungere l'aperto pianoro di Pian Gelassa. Per la discesa seguire la strada che, superate le case Pracorno  e poi le case Draie, perde rapidamente quota fino a raggiungere la strada asfaltata che sale al Pian del Frais. Si ritorna così al Trucco,dove si trova l'auto a meno di  non avere provveduto a lasciare un'auto in questo punto.


19/12/2010

Rifugio Geat Val Gravio m.1340

Collocato sul versante valsusino del Parco Regionale Orsiera Rocciavrè nel comune di San Giorio di Susa. Costruito nel 1928 e distrutto durante la guerra, venne successivamente ricostruito fino alla struttura attuale. L'ambiente del vallone del Gravio è alquanto selvaggio, borgate oramai abbandonate percorrendo il sentiero dei Franchi che porta al rifugio.
Località di partenza: Adret 1100 m.
Arrivo: Rifugio Val Gravio 1340 m.
Dislivello: 240 m
Tempo di salita: 1 ora
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.1 1:50.000 Valle di Susa Chisone e Germanasca
Accesso stradale




















Descrizione: Dal parcheggio di Adret imboccare una larga mulattiera (segnavia EPT 512) che s'inoltra tra le case e sale nel bosco di castagni sulle pendici orientali della Punta dell'Adret. Più avanti, segue un tratto quasi pianeggiante, si superano le case Passet, raggiungendo un punto dove è visibile tutto il Vallone del Gravio, dominato dal Villano e dal Rocciavrè. Il sentiero si abbassa lievemente, per poi continuare con diversi saliscendi giungendo così al Rifugio nascosto tra una folta vegetazione. Si ritorna seguendo l'itinerario di salita.
 

05/12/2010

Certosa di Monte Benedetto 1170 m.

Gita a bassa quota, da farsi subito dopo una nevicata, in quanto è al sicuro dai pericoli di valanghe. Il percorso non è ripido se ci si mantiene sulla strada carrozzabile, ma si possono tagliare i vari tornanti attraverso il bosco. La meta è l'abbazia certosina (1196-1498),che ha mantenuto intatte molte caratteristiche architettoniche, e ha soprattutto intatto il fascino della storia.
Luogo di partenza: Castellaro 700 m.
Arrivo: Certosa Monte Benedetto 1170 m.
Dislivello: 500 circa m.
Tempo di salita: 2:30 ore
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.17 1:50.000 Torino Pinerolo e bassa Val di Susa
Accesso stradale Normalmente la strada viene tenuta sgombra dalla neve sino a quota 700 m. sopra Castellaro.

Descrizione: da dove si lascia l'auto, si prosegue lungo la carrozzabile che si alza con numerosi tornanti non troppo ripidi tra i boschi intervallati da ampie radure che consentono un buon panorama sul versante opposto della valle. Salendo si superano le case di Mongirardo inferiore, Mongirardo 'd mes e Liutera. Si prosegue ancora per un lungo tratto, sino a quando sulla destra si inizia ad intravedere tra gli alberi la Certosa. Ad un tornante si abbandona la diramazione verso sinistra e piegando verso destra (indicazioni) con percorso pianeggiante si raggiunge la Certosa, proseguendo ancora oltre si raggiungono un gruppo di case ben esposte al sole, dove è possibile una piacevole sosta. Discesa lungo lo stesso itinerario.


28/11/2010

Colle Braida e dintorni

La Val Sangone, molto conosciuta e frequentata dai Torinesi per la villeggiatura estiva grazie alla sua vicinanza alla città, questa valle presenta zone adatte alle gite con racchette da neve molto favorevoli. Alcune stradine chiuse al traffico d'inverno consentono di effettuare piacevoli percorsi, dove l'interesse panoramico con vedute sia sulla pianura che sulle montagne circostanti, è sicuramente l'aspetto prevalente. La quota non elevata penalizza un po' il periodo di fattibilità dei percorsi, che sono quindi tipicamente invernali, in compenso in pieno inverno l'innevamento è solitamente buono e, data la breve distanza dalla città, ne trae vantaggio. 














Località di partenza: Colle Braida 1007 m.
Arrivo: Colle Bione 1420
Dislivello: m. 413 circa
Tempo di salita:
Difficoltà: MR
Cartografia: IGC n.17 1:50.000 Torino Pinerolo e bassa Val di Susa
Accesso stradale strada che alla domenica e nei giorni festivi è regolamentata dal senso unico nel tratto dalla Sagra al colle.














Descrizione: dal piazzale del colle Braida (m.1007) imboccare un'ampia strada sulla sinistra e dopo pochi metri piegare decisamente a destra. Seguire sempre la strada e dopo ad un nuovo bivio occorre tenere ancora la destra. Si prosegue sempre con una certa pendenza fino a portarsi in cresta nei pressi di una cava. Inizia ora il tratto migliore del percorso, facile ed estremamente panoramico, con piccoli saliscendi. La strada si tiene inizialmente sul versante valsusino, tra boschi di larici e betulle, dove l'esposizione a Nord permette di trovare spesso neve in ottime condizioni. Ad un piccolo ripiano si trova un cartello informativo del Sentiero dei Franchi. A questo punto risalire sul costoncino soprastante seguendo le indicazioni colle Bione, arrivando così al punto più panoramico, oppure volendo proseguire ancora si arriva sino al colle Bione (m.1420) e raggiungere la cappella che offre anche un piccolo ricovero invernale sempre aperto in cui è possibile trovare rifugio in caso di maltempo. Si rientra per il medesimo percorso di salita.



24/10/2010

Ferrata Rocca dei Corvi 900 m.

Bellissima ferratanon lunga ma suggestiva ed appaganteVista dal poggio panoramico, la Rocca dei Corvi appare come un monolito molto ardito che ricorda il campanile della Val MontaiaEssendo la Rocca composta di rocce vulcaniche piuttosto friabili, occorre fare attenzione a non far cadere sassi durante la salita.
Periodo: Aprile - Novembre
Difficoltà: PD/D
Dislivello complessivo: 130 m. 
Tempo complessivo: 2:30 ore 
Vie ferrate di Dario Gardiol
Accesso stradale alla cappella di Santa Caterina dove si parcheggia. 
















Descrizione: dal parcheggio si prende la stradina a sinistra della chiesetta e seguendo le varie indicazioni si scende al torrente camminando in uno splendido bosco (in autunno colori stupendi).
Si arriva ora ad un poggio panoramico di fronte alla Rocca. Ora la scelta:
1) per sentiero a sinistra che in 15 minuti po
rta all'attacco in basso sul torrente, se si vuole fare il percorso completo (consigliato, tanto il ponte tibetano viene fatto al rientro).
2) oppure, sentiero a destra che in 5 minuti porta direttamente
al ponte tibetano.
Partendo
dalla base del fiume, si inizia con un breve traverso, che conduce ad una prima cascata, e si risale per una ventina di metri (PD). Ora un ponticello porta all'attacco del successivo risalto (leggermente più difficile) sempre in un ambiente molto suggestivo. Si giunge così all'ultimo risalto che con tratti leggermente strapiombanti ci  permette di arrivare su una cengia che si collega al ponte tibetano (che si percorrerà al rientro, oppure può essere utilizzato come via di fuga). Inizia ora la seconda parte della ferrata, si va a sinistra con un traverso esposto ma non particolarmente difficile, a cui segue un tratto verticale. Si entra ora in un camino con una uscita in esposizione un po' impegnativa. Si traversa ora a sinistra in maniera elicoidale, si superano una serie di muri e cenge in grande esposizione, giungendo sulla strettissima vetta (poco posto max 3 o 4 persone dove conviene comunque rimanere assicurati al cavo )con un percorso aereo molto bello.  .
Discesa: non va sottovalutata, in quanto nella prima parte sono presenti dei punti delicati ed esposti, poi alla fine del tratto cablato diventa più semplice, si scende nel bosco tenendo la destra e si arriva al ponte tibetano. Percorso il ponte si sale sul sentiero e in breve tempo si arriva al poggio di partenza, e li all'auto.

13/09/2010

Ferrata Aiguillette du Lauzet 2611 m.

Questa è una delle prime vie ferrate in Francia, non difficile, abbordabile da molti, in quanto non vi era ancora il concetto di creare passaggi atletici. La via infatti sfrutta una serie logica di cenge trasversali con andamento da sinistra verso destra, anche per non intaccare troppo le vie alpinistiche che sono presenti sulla parete. Infatti siamo nel gruppo dei Cerces, dove sono molte le vie alpinistiche nella zona. Pertanto la ferrata si sviluppa in ambiente prettamente alpino, quindi più soggetto ai pericoli della montagna (scarica di pietre, temporali da cui non è facile ripararsi con una rapida fuga). Il panorama è semplicemente stupendo e la via di grande soddisfazione.



Periodo: Giugno - Ottobre
Difficoltà: AD
Dislivello complessivo: 900 m.
Tempo complessivo: 6 ore
Accesso stradale parcheggio del Pont-de-l'Alpe dove si lascia l'auto.













Descrizione: dal ponte si prende la mulattiera che sale all'Alpe du Lauzet in 45 minuti circa, per poi proseguire verso il Colle di Chardonnet (avendo l'Aiguillette a destra) e dopo 15 minuti salire a destra su cenge erbose dove inizia la ferrata (cartello indicatore). La via sale con andamento da sinistra a destra attraversando tutta una serie di cenge alla base della parete dell' Aiguillette du Lauzet. Questa è la parte nella quale bisogna prestare più attenzione data la friabilità del terreno,  quindi prestare attenzione nel caso vi siano altre cordate sopra o sotto. Si continua a salire sempre in diagonale e si trova una scala appoggiata alla parete, da qui inizia la parte più interessante. Un traverso e poi una decisa discesa portano all'interno di una curiosa fessura, abbastanza stretta dove le taglie grandi devono per forza togliersi lo zaino. Si sale poi ad una sella su varie placche e un canale pietroso e ripido. Ancora un tratto attrezzato a destra ed in breve tempo si tocca la cima. Il panorama è meraviglioso sugli Ecrins e il Brianconese, ma il panorama è bello durante tutto il percorso della ferrata, con la possibilità di avvistare numerosi stambecchi. Per la discesa occorre
ritornare al colle e seguire il sentiero che scende sul versante opposto alla salita, all'altopiano "Le Pervou" a 2430 m. Da qui il sentiero scende ancora rapidamente sul versante Ovest e, con una serie di tornanti arriva ad incrociare il "Chemin du Roy" ritornando così all'Alpe du Lauzet e all'auto.

06/09/2010

Ferrata Orrido di Foresto 740 m.

Si trova in uno dei santuari dell'arrampicata valsusina degli anni '80. Si percorre la  forra intagliata nel fianco della montagna, tra pareti strapiombanti, cascate e pozze cristalline. Ambiente è tetro e spettacolare allo stesso tempo, il torrente scorre impetuoso e rumoreggiante sul fondo del canyon. I fianchi dell'orrido ripidi e verticali non offrono nessuna via di fuga, rendendo così il percorso decisamente emozionante e bellissimo. Note: Assolutamente non va percorsa dopo abbondanti piogge o temporali e durante lo scioglimento delle nevi, in quanto la portata d'acqua nel canyon la renderebbe molto pericolosa e impercorribile.

Periodo: tutto l'anno (nei mesi invernali il percorso può presentare tratti ghiacciati)
Difficoltà: D
Dislivello complessivo: 254 m.
Tempo complessivo: 3 ore
Accesso stradale  parcheggiare nel paesino di fronte al monumento ai caduti.




















Descrizione: dal parcheggio si attraversa il torrente e si risale verso l'evidente spaccatura dell'orrido raggiungendola in pochi minuti. Entrando nell'orrido si noteranno sulla sinistra i ruderi dell'antico Lazzaretto dei lebbrosi e gli spit delle molte vie di arrampicata. C'è anche il cartello descrittivo della ferrata (il disegno non corrisponde alla realtà, in quanto in questo ultimo anno 2010 sono state apportate notevoli modifiche al percorso, aggiungendo tre nuovi ponti tibetani e rendendo così il percorso più sicuro e logico). Si inizia con un facile traverso fino a raggiungere il primo ponte tibetano, abbastanza lungo e ballerino. Segue un ulteriore traverso leggermente più impegnativo che porta al secondo ponte tibetano, si entra così nella gola sempre più stretta fino all'anfiteatro, dove si deve salire un muro atletico e un leggermente strapiombante di una trentina di metri, che passa molto vicino alla seconda cascata (nel caso sia abbondante la portata d'acqua, la doccia è assicurata). Si giunge poi facilmente alla terza cascata, salendosi a fianco su un tratto verticale e leggermente strapiombante, arrivando così al terzo ponte tibetano e alla quarta cascata. La gola si fa ora più ampia e luminosa, si sale ora con più facilità arrivando alla fine della ferrata. Dal termine della della ferrata, per sentiero sulla sinistra seguire il cartello per Foresto. 

30/08/2010

Pan di Zucchero (Pain de Sucre) 3208 m.

Il Pan di Zucchero presenta un aspetto molto diverso, a seconda che lo si guardi dal versante francese o da quello italiano: da quest'ultimo si mostra come una montagna estremamente precipite, e pericolosa, in tutto simile alle vicine Rocca Rossa (m.3185) e il Pic d'Asti (m.3219): dal versante francese invece, la  forma è simile ad un cono regolare ed armonico, assai invitante per l'escursionista. Molto frequentata dagli escursionisti di entrambi i paesi, costituisce una "classica" che non dovrebbe mancare al collezionista.

Località di partenza:
Colle dell'Agnello (m.2748)
Arrivo: Pan di Zucchero 3208 m.
Dislivello: m.460
Tempo di salita: 1:30 ore
Difficoltà: EE
Cartografia: IGC. n.6 1:50.000, Monviso. 
Accesso stradale dove è possibile salvo grande affollamento, parcheggiare l'auto.


Descrizione: l'asciata l'auto si imbocca il sentiero, stretto ma ben evidente, che tenendosi sul versante francese, che costeggiando lo spartiacque, porta in breve a toccare il Colle dell'Agnello Vecchio (m.2785), si continua poi con moderata salita l'avvicinamento alla nostra meta.
A metà circa del percorso, piega verso sinistra raggiungendo Le Camp Espagnol (m.2869), conca caratteristica che va lasciata a sinistra, così anche il sentiero che prosegue verso il Col Vieux,  mentre il nostro percorso volge a destra su una traccia abbastanza evidente, con pendenza ora più impegnativa, si risale un canalone fino a uscire sulla cresta, leggermente aerea, che con pendenza costante conduce in vetta. Il panorama è grandioso, comprende
nte anche la curiosa Crète de Tailante (m.3197), la vicinissima Rocca Rossa e la mole formidabile del Monviso. Seguendo il percorso di salita si rientra all'auto.

09/08/2010

Fourchon 2902 m.

Vetta molto panoramica, posizionata sul confine tra Italia e Svizzera. In virtù della sua posizione tra la Val Ferret e il Gran San Bernardo, nelle giornate terse è possibile ammirare un panorama grandioso sulle Gran Jorasses e il Gran Combin. La salita con un dislivello contenuto non presenta particolari difficoltà, bisogna comunque prestare attenzione nell'ultimo tratto al terreno friabile. Gita da intraprendere in estate e autunno in assenza di neve; essendo una zona alquanto selvaggia non sono improbalibi incontri emozionanti di questo tipo.


















Località partenza: Montagne Baus 2370 m.
ArrivoMonte Fourchon 2902 m.
Dislivello: 532 m.
Tempo di salita: 2 ore
Difficoltà: E
Cartografia: IGC n.4  1:50.000 Monte Bianco
Accesso stradale: autostrada Torino-Aosta, uscire ad Aosta e proseguire per il Gran San Bernardo
(valico estivo e non traforo) sino alla località Montagne Baus (piccolo alpeggio) a circa 1 Km. dal colle prima dell'ultima galleria.




















Descrizione: dal parcheggio, si imbocca il sentiero per il Col Fenetre che passa a fianco del piccolo alpeggio e ci si addentra in un piccolo valloncello attraversando poi un corso d'acqua. Dopo una ventina di minuti ad una quota di 2500 m. circa si incontra un bivio (prestare attenzione) che piega a sinistra, (continuando dritti si va al Col Fenetre). Si risale per tracce di sentiero, in alcuni tratti è segnalato come 13C. Si risale il sentiero seguendo gli ometti sino a portarsi ad una conca pietrosa, da dove appare evidente la nostra cima. Percorrendo la conca, diventano visibili due percorsi di salita, uno a destra più diretto e arrivati alle roccette diventa molto più esposto, ed il secondo che taglia la parete da sotto verso sinistra (consigliato) che ci porta a risalile la più facile dorsale della montagna. Si ritorna per l'itinerario di salita.